
"Un altro risultato importante è stato raggiunto per l’affermazione
della legalità sulle forze criminali e mafiose che purtroppo ancora oggi, come dimostrato anche da
quest’indagine, controllano il territorio e condizionano pesantemente i processi di sviluppo dell’economia
locale" afferma Tripodi.
Il sindaco ha anche annunciato che il Comune di Polistena chiederà "l'ammissibilità della costituzione di parte civile" nel relativo procedimento penale per "accertare e quantificare eventuali danni subiti, per rendere giustizia alle popolazioni di questo territorio, nel segno di una costante lotta alle mafie, ed innanzitutto alla nostra comunità che amministriamo con onestà, parsimonia e senso del dovere".
Sette i soggetti fermati a seguito delle indagini portate avanti dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria e diverse le società sequestrate.
Tra le società oggetto di estorsione da parte della cosca Piromalli anche la I.A.M. spa, gestore della depurazione nella Piana di Gioia Tauro. La stessa società è finita sotto sequestro e alcuni tra i suoi ex amministratori e tecnici sono ora indagati per associazione finalizzata al traffico illecito dei rifuti. Gli inquirenti sostengono che la IAM, insieme ad altre società del settore anch'esse finite sotto sequestro, destinava i fanghi di risulta della depurazione a compost che poi veniva utilizzato come concime. Sono ancora in corso di accertamento i danni ambientali e alla salute dei cittadini derivanti da queste condotte illecite.
La IAM fino a pochi giorni fa era partecipata anche dal Comune di Polistena che deteneva una partecipazione del solo 1%. Questa quota è stata però dismessa a seguito di una deliberazione assunta dal Consiglio Comunale lo scorso 30 settembre. Anche i comuni di Gioia Tauro e Rosarno detengono ciascuno il 3% del capitale sociale.
"Non possiamo che plaudire ai magistrati ed alle forze dell’ordine - continua Tripodi - che hanno cominciato a scoperchiare il
business delle cosiddette “ecomafie”. E’ emerso infatti uno scenario inquietante sul ciclo dei rifiuti che per
anni in Calabria non ha funzionato, facendo comodo agli appetiti della ndrangheta e compiacenti, nel
mentre le popolazioni locali hanno dovuto pagare il prezzo dello sconquasso con tariffazione elevata in
cambio di servizi scadenti ed inquinamento ambientale".
Tripodi evidenzia quindi il problema delle tariffe a carico dei comuni per lo smaltimento dei rifiuti per le quali "negli ultimi anni sono stati deliberati aumenti sconsiderati, prima dall'ufficio del Commissario per l’emergenza ambientale, poi dalla Regione Calabria" e che hanno finito per colpire i cittadini con il conseguente aumento della tassa sui rifiuti.
"L’operazione “Metauros” ha finalmente rilevato un giro sistematico di affari, mafie e corruzione, finanziato
da soldi pubblici, i cui costi, evidentemente, sono stati pagati anche dai comuni. Sono le stesse analoghe
preoccupazioni che hanno portato l’Amministrazione Comunale di Polistena a non firmare la convenzione
per la costituzione dell'ATO provinciale rifiuti, che di fatto trasferirebbe in mano ai privati sconosciuti il
controllo totale e la gestione del sistema dei rifiuti" conclude il Sindaco.