Negozi d’abbigliamento cinesi, 33 arresti a Roma: cosa succedeva dietro le quinte

Un intero sistema di riciclaggio che aveva sede nel cuore di Roma, ecco cosa è stato smantellato dalle forze dell’ordine con 33 misure di custodia cautelare.

Giro di droga per 20 milioni: 33 gli arrestati
Droga (Canva) – Polistenanews.it

 

Succede a Roma, l’inchiesta della Procura, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, ha permesso 33 arresti, di cui 22 in carcere e 11 ai domiciliari. Negozi di abbigliamento cinesi nel cuore della Capitale usati come centrali di riciclaggio del narcotraffico. Una storia da film che ha portato alla chiusura di tutti gli atelier e negozi, oltre all’arresto non solo su Roma, ma l’Aquila, Reggio Calabria, Napoli, Perugia, Ancona e Campobasso. Le indagini sono state possibili grazie al gruppo Gico del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza.

Cina e Roma: ecco il giro di riciclaggio

Broker cinese: ecco il giro di droga e di riciclaggio
Stupefacenti (Canva) – Polistenanews.it

 

L’intera struttura si basava sulla figura di un broker cinese, Wen Kui Zheng, che dietro ai negozi di abbigliamento ha costruito una intera struttura di riciclaggio. Il meccanismo faceva si che prima l’agenzia procedeva alla raccolta con l’ausilio di corrieri chiamati “spalloni“, poi all’assegnazioni di codici convenzionali e poi alla compensazione attraverso documenti fiscali fittizi. Tutto questo è continuato anche durante la pandemia, con l’ausilio di auto con scomparti ad hoc. Il broker, sostanzialmente, si occupava anche di reclutare nuovi associati, prendendo accordi diretti. Questo significava gestire gli accordi e offrire supporto logistico ai corrieri di valuta.

Ovviamente l’intera organizzazione non si reggeva solo sul suo nome, 33 i nomi fermati e la cosa non è casuale. Parliamo di due organizzazioni di stampo mafioso che caratterizzavano l’intero sistema e giocavano l’altra parte fondamentale del lavoro. Nel cuore di Roma, base di tutto questo giro di denaro e stupefacenti nel centralissimo quartiere Esquilino di Roma. Quindi se dall’oriente arrivava il supporto logistico del riciclaggio, da Roma tutto il resto, costituendo un giro di denaro e stupefacenti di kg di droga. Ma la situazione non è sfuggita alle forze dell’ordine che hanno stroncato tutto il sistema.

Il broker e le organizzazioni: ecco il giro di droga

La prima delle due organizzazioni era costituita da Antonio Gala, 43 anni, latitante, e Fabrizio Capogna, 39 anni. Con loro sono stati sequestrati 110 kg di droga, fra hashish, marijuana e cocaina. A fronte di ciò sono stati ricostruiti traffici per oltre 545 kg di stupefacenti, con un giro economico di quasi 20 milioni di euro.

Insieme a loro coesisteva la seconda organizzazione, quella di Federico Latini, 29 anni, conosciuto nelle cronache della città per essere stato arrestato per tentato omicidio in un regolamento di conti di droga. Con lui sono stati sequestrati 157 kg di stupefacenti, per un valore di 4 milioni di euro. Ma non solo droga è stata sequestrata, infatti tra le cose sono state sequestrate anche armi e il giro economico costituto con queste.

Il giro costruito dalle due organizzazioni e dal broker cinese, si nascondeva dietro a chat criptate, sfruttate anche dai conferitori di denaro contante da riciclare. Il contenuto delle conversazioni è stato possibile grazie alla collaborazione tra la dda di Roma ed Eurojust. Un’intera macchina del riciclaggio che aveva come perno Roma, il nucleo di un universo illegale che ha, però, coinvolto famiglie e strutture mafiose romane e non solo. Insieme a loro, il denaro uscito dall’Unione Europea è stato guadagnato dalle compagnie cinesi per un netto di 4 milioni di euro.

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