Gatti in condominio, si può? Cosa dice la legge

Cosa dice la legge in merito alla presenza di gatti in condominio: si può lasciare il gatto negli spazi comuni della struttura?

Gatto affacciato alla finestra
Gatto affacciato alla finestra (Polistenanews.it)

Tante persone possiedono gatti in casa, molti di questi li lasciano tranquillamente uscire in terrazzo, oppure li lasciano scorrazzare serenamente in giardino, o nel cortile condominiale. Ovviamente, gli spazi esterni, in un condominio, sono comuni, e così, i padroni di animali spesso si scontrano con le regole condominiali, talvolta addirittura finendo in tribunale. Ma cosa dice la legge, a tal proposito?

Di solito, è vietato lasciare liberi i gatti negli spazi comuni per via delle deiezioni, oppure perché questi potrebbero rovistare tra i rifiuti, buttando tutto a terra, o ancora, perché in certi casi potrebbero anche essere aggressivi nei confronti di persone e di altri animali. Ma quali sono i limiti da rispettare? Si possono tenere i gatti liberi in condominio?

Si possono lasciare i gatti liberi di girovagare per il condominio: cosa dice la legge

Gatto dall'espressione buffa
Gatto dall’espressione buffa (Polistenanews.it)

Prima di tutto, secondo quanto previsto dalla legge, come afferma l’articolo 16 della riforma del condominio 220/2012, è possibile avere i gatti nel proprio appartamento, poiché il regolamento condominiale non può proibire la detenzione di animali domestici. In ogni palazzina, dunque, non si possono imporre divieti per la detenzione di un animale domestico.

Il regolamento è in atto in tutti i condomini in Italia, salvo eccezioni, come contratti stabiliti tra tutti i condomini e approvati dall’assemblea condominiale. E per quanto riguarda la presenza di gatti negli spazi comuni, cosa dice la legge? In realtà, non esistono regole precise su questa evenienza. Secondo le normative, tutti gli animali domestici devono essere controllati dai proprietari.

Ciò è valido sia per i cani che per i gatti. Ma il controllo serve soltanto a evitare che questi commettano qualche danno, e non determina un divieto. Ovviamente, in casi del genere, il proprietario di un animale domestico lasciato libero deve tener presenti le regole del condominio, e imporre rispetto, pulizia e quiete di tutti gli inquilini.

Animali domestici nei condomini: il regolamento

L’articolo 1102 del Codice Civile consente a tutti i condomini di accedere agli spazi comuni, ma il giardino condominiale o il cortile interno di un palazzo non servono per passeggiare, dunque non sono luoghi di passeggio, sia da parte di persone che di animali domestici. Sono soltanto luoghi di transito.

Un condominio può appellarsi all’articolo 1138 del codice civile, imponendo restrizioni più severe. Ad esempio, si può impedire l’accesso degli spazi comuni agli animali domestici, compreso l’accesso degli ascensori, anche se accompagnati dai padroni. Insomma, gli animali si possono tenere, ma soltanto nel proprio spazio privato.

Naturalmente, è vietato anche dare da mangiare ad animali randagi, per evitare sporcizia, odori sgradevoli ed escrementi. Per sicurezza, è sempre bene farsi rilasciare dall’amministratore di condominio il regolamento, in modo tale da verificare le regole vigenti sull’utilizzo degli spazi comuni e sul possesso degli animali domestici, e non incorrere in problemi vari.

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